Il web marketing facile? Non esiste.
Per sfruttare le grandi opportunità del web, non basta mettersi on line e aspettare. Occorre molto impegno.
Buon anno a tutti!
Oggi, nel mio primo post del 2012, voglio sfatare una leggenda che, purtroppo, viene creduta vera da molte aziende che decidono di affrontare le tematiche del web marketing.
Troppo spesso sento dire che per promuovere un sito web, e dunque i prodotti e i servizi in esso proposti, è sufficiente mettere on line un catalogo, aprire una pagina Facebook, magari anche un profilo Twitter (perché va di moda) e, al limite, pubblicizzare il tutto attraverso campagne a pagamento su Google Adwords.
Qualcuno arriva alla consapevolezza che un sito, per emergere su Google, deve “essere fatto bene”, rispettando le regole per l’ottimizzazione per i motori di ricerca.
Questo è vero, naturalmente. Certo, le regole per l’ottimizzazione sui motori di ricerca non sono così chiare (nessuno le conosce davvero tutte e tutti vanno per tentativi in base alla propria esperienza), ma, in linea di massima, rispettare una certa prassi nella realizzazione di un sito aiuta.
E’ vero anche che un’azienda dovrebbe aprire una pagina Facebook, un blog, un canale su YouTube e tutto quello che può servire a dare visibilità.
Quello che è del tutto sbagliato, dunque, non è pensare che un’azienda debba usare questi mezzi. L’errore sta nell’essere convinti che il mezzo sia autosufficiente, che una volta su Facebook i clienti arrivino da sé, che un buon posizionamento del sito web sui motori di ricerca sia conseguenza unicamente di un lavoro tecnico ben fatto.
L’errore non è dunque nel mezzo, ma nel modo.
In questo post non entrerò nel merito delle singole azioni necessarie per utilizzare al meglio i social network o emergere su Google. Voglio fare un discorso più generale sulla distinzione tra le comodità e le opportunità offerte dal web alle aziende e ai loro addetti al marketing.
Ho già citato l’errore che si commette pensando che, una volta su internet, le cose “vadano da sé”. Questa convinzione è più che altro un desiderio da parte di un’azienda. Una speranza basata sulla leggenda della comodità di Internet. Questa leggenda illude molti che, una volta attivata una qualsiasi azione sul web, questa sia sufficiente a se stessa a non occorra fare altro che controllare i bilanci per verificare l’aumento di fatturato che questa azione procura.
Ho una brutta notizia: il web marketing è un lavoro. Intendo un lavoro vero e proprio, un lavoro che prevede un’attività costante, ore di impegno giornaliero, azioni pressanti, controlli continui, interazioni frequenti con i potenziali clienti, ecc. Un lavoro, insomma, che richiede impegno. E non poco.
La comodità esiste, certo, e sta nel fatto che, attraverso il web, questi potenziali clienti possono essere meglio gestiti e più facilmente informati. Ma la comodità finisce qui. Il resto è, appunto, lavoro serio e scrupoloso.
Quando faccio questi discorsi, qualcuno si spaventa e risponde che “ha già troppo da lavorare” e non riuscirebbe certo ad accollarsi anche un altro impegno. Queste persone finiscono spesso col far realizzare il sito web da un’agenzia grafica e far aprire la pagina Facebook dal nipote che va al liceo ed è bravissimo a giocare a The Sims.
Di solito, se non riesco a convincerli dell’errore, li lascio fare e, lasciato passare un po’ di tempo (anche un anno, o due) li richiamo per sapere come va con il loro progetto. Non avete idea di quante volte abbia avuto una risposta del tipo: “dopo il primo anno abbiamo lasciato perdere perché non abbiamo avuto risultati”.
Purtroppo questa affermazione coincide con un pensiero di fondo che porta l’azienda alla conclusione: “internet non serve a niente per il nostro settore”.
L’errore diventa dunque doppio: dal pensare che per aumentare il fatturato bastasse mettersi sul web con un bel sito e una pagina Facebook, sedersi su una poltrona e aspettare, al pensare che il mezzo non serva a nulla.
Si è confusa, insomma, la comodità con l’opportunità offerta dal mezzo internet.
Le opportunità sono invece davvero meravigliose, come molti (per fortuna) possono testimoniare.
- E’ una grande opportunità quella di poter entrare in contatto diretto con il proprio pubblico di riferimento (i clienti potenziali e acquisiti) offrendo comunicazioni, servizi, novità, competenza…
- E’ una fantastica opportunità poter acquisire nuovi clienti facendosi conoscere in aree geografiche che 20 anni fa non si sarebbero potute raggiungere commercialmente.
- E’ un’opportunità inestimabile riuscire a mostrare i prodotti e i servizi, sottolineandone le qualità, offrendo possibilità di dimostrazioni a distanza, di immagini e filmati.
- E’ un’opportunità incredibile avere 100 (o mille) persone che seguono via Facebook quello che l’azienda scrive, e che dialogano con l’azienda, facendo domande, critiche e complimenti.
Tutte queste opportunità, e molte altre, hanno un unico prezzo, un prezzo che poche aziende sembrano essere disposte a pagare: il prezzo dell’impegno.
Un buon consulente, che prenda seriamente il proprio lavoro, vi dirà questo come prima cosa. Poi, se sarete disposti a prendervi l’impegno necessario, vi insegnerà a fare le cose per bene e nel modo giusto e vi seguirà nel tempo, indirizzandovi correttamente e correggendo le strategie che hanno come fine l’obiettivo concordato.
Quando incontrate qualcuno che vuole “vendervi un sito” o “mettervi su Facebook“, ponetegli queste domande:
Io, azienda, cosa devo fare?
Quale sarà il mio lavoro nelle varie fasi del progetto?
Che impegno dovrò affrontare, una volta on line?
Se la risposta è: “niente, pensiamo a tutto noi”, salutate cordialmente e chiamate qualcun altro.
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