Posizionamento sui Motori di Ricerca: Tre Leggende
Il posizionamento sui motori di ricerca è senza dubbio il servizio più ricercato tra i nostri clienti. Tra i tanti modi per promuovere la propria azienda su internet è sicuramente il più immediatamente e comprensibile, anche se tutt’altro che semplice da applicare.
Esistono molte leggende sull’argomento, che vengono spesso sfruttate dai consulenti meno affidabili e vengono, fortunatamente, sfatate dai consulenti più seri. Ecco le prime…
Tre Leggende sul Posizionamento sui Motori di Ricerca
Leggenda SEO numero uno:
“per essere al primo posto dei motori di ricerca basta ripetere tante volte una parola nel testo”.
Questo funzionava nel 1996. Ricordo che un nostro cliente era al primo posto su Altavista (qualcuno se lo ricorda?) cercando “casa”. Non male, eh? Al di là del fatto che oggi (e forse neppure allora) nessuno effettua ricerche generiche come “casa”, adesso le cose sono molto cambiate. I motori di ricerca non fanno un semplice conteggio delle parole di una pagina, ma ne comprendono sempre meglio il significato (indicizzazione semantica) e ordinano i risultati in base all’attinenza della pagina con la ricerca effettuata. Visto che non tutti devono sapere tutto di tutto, ripeterò un avvertimento ormai più che consolidato: riempire la vostra pagina di keyword, oltre a non aiutarne il posizionamento, può addirittura danneggiarlo. La pratica del “keyword stuffing” (così viene definito l’uso esagerato di parole chiave) è stata una delle prime ad essere considerata dai motori di ricerca alla stregua dello spam.
Leggenda SEO numero due:
“per essere trovati sui motori di ricerca si fanno tanti siti uguali”
Anche questo, una volta, funzionava. Si creavano tanti siti sotto diversi domini, magari con piccole differenza, o con elenchi di keyword (vedi punto precedente) dedicati a ciascun sito, sperando così che il motore di ricerca, abbagliato da cotanta esplosione di parole chiave e di pagine dedicate, posizionassero più volte e più in alto i nostri siti. Come dicevo: questo metodo ha funzionato, per un po’, ma per poco. Da tempo i motori di ricerca penalizzano azioni di questo tipo. Si può ottenere solo l’effetto opposto, cioè quello di vedere il proprio sito “bannato”, cioè cancellato, da Google & C.
Leggenda numero tre:
“per essere primi sui motori di ricerca basta pagare”
Esistono piani pubblicitari che permettono di pubblicare un annuncio a pagamento su Google, Yahoo, Bing, ecc. Questo, però, non ha nulla a che fare con il posizionamento naturale sui motori di ricerca. I motori di ricerca non accettano pagamenti in cambio di posizionamento. Questa leggenda nasce dall’innata indole sospettosa dell’essere umano, ma siamo soprattutto noi italiani a perpetuarla, e non si fatica a capirne il perché.
Altre leggende prossimamente!
Ciao a tutti.
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