Posizionamento su Google: Google Panda e i contenuti duplicati.
Google penalizza sempre più i siti con pagine duplicate e copiate da altri siti.
Da qualche settimana Google ha attivato anche in Italia, cioè per le ricerche su Google.it, il suo nuovo algoritmo per il posizionamento naturale dei risultati chiamato Google Panda.
Se ne parla già da tempo nei Forum del settore, tra esperti SEO, e gli effetti sono a volte devastanti per il posizionamento dei siti Web.
Prima di tutto, in due parole, definiamo questo famigerato Google Panda.
Google Panda è un algoritmo studiato messo in atto da Google al fine di migliorare ulteriormente l’elenco dei risultati nel motore di ricerca eliminando il più possibile quei siti e quelle pagine web dal contenuto non originale o non particolarmente utile per chi sta effettuando una ricerca.
Con “non originale” si intende, semplicemente, un contenuto non unico, cioè copiato o riportato in alcuni siti web da pagine già esistenti allo scopo di riempire senza alcuno sforzo redazionale centinaia di pagine. L’esempio classico è quello dei portali strutturati come delle “rassegne stampa”, dove possiamo trovare, ripubblicati, articoli originariamente messi on line da qualcun altro. Il vantaggio, fino all’attivazione di Google Panda, era quello di posizionare su Google, sotto il proprio indirizzo, centinaia di contenuti e migliaia di keyword diverse grazie allo sforzo creativo di qualcun altro. Un’operazione da parassiti, insomma. Google Panda combatte queste pratiche, e lo fa con una certa efficacia.
Fin qui tutto bene, direte voi. Perfettamente d’accordo, dico io.
Ci sono molte aziende, però, che, per pigrizia o poca fantasia, riempiono i propri blog e siti web con articoli raccolti in giro per la rete che ripubblicano tranquillamente. Il fine di queste aziende non è truffaldino, né consapevolmente doloso. Non “rubano”, né fanno i furbi (salvo eccezioni). Semplicemente, non sanno cosa scrivere sulla loro pagina, trovano un bel testo su Wikipedia o sul sito di un appassionato del settore in cui operano e lo prendono. A volte citano persino la fonte (non rubano, dunque!).
Be’, attenzione: adesso Google penalizza tutti i contenuti duplicati e, se pubblicate un testo già pubblicato da altri, rischiate di essere penalizzati e di non vedere il vostro sito tra i risultati di Google, neppure cercando intere frasi tratte dall’articolo copiato. In alcuni casi – se molti contenuti di un sito sono copie di pagine altrui – è l’intero sito ad essere penalizzato.
Se vi sembra una cosa lontana, che a voi non potrebbe mai capitare, vi racconto una storia vera, capitata ad un mio cliente, che chiamerò, come tradizione di questo blog, Egidio Rossi.
Egidio Rossi è un ottimo professionista che apre un blog per promuovere la propria attività. Avendo studiato molto e partecipato a parecchi master, decide di riprendere le varie tesi da lui scritte pochi anni fa per i vari master e di spezzettarle in tanti capitoletti, ognuno dei quali sarà un articolo per il suo blog. In questo modo si ritrova con circa duecento pagine di materiale originale che decide di pubblicare sul blog con scadenza bi-settimanale. All’inizio, però, per riempire un po’ il blog, pubblica una quindicina di articoli in pochi giorni. Per il suo profilo, prende la descrizione dal suo curriculum vitae.
Quello che Egidio non sa – o non ricorda – è che le sue tesi sono state pubblicate in formato PDF sui siti dei master da lui frequentati, e che il suo CV è stato da lui inviato a vari portali dedicati ai professionisti del suo settore.
Arriva Google Panda, e decide che tutto il materiale del blog è duplicato (copiato) da altri siti. Lo penalizza e gli abbassa radicalmente il potenziale posizionamento. Il blog non si trova neppure cercando pezzi interi della biografia di Egidio Rossi, o delle sue tesi. Si trovano facilmente, invece, i portali che per primi le hanno pubblicate.
Egidio Rossi è vittima dei propri contenuti, pubblicati altrove. Essendo arrivato dopo, gli tocca riscriverli, modificandoli radicalmente in modo da farli sembrare nuovi ed originali. Nel frattempo gli ho consigliato di contattare i siti dei Master e di chiedere loro di eliminare i documenti PDF contenenti le sue tesi. Vedremo come andrà a finire.
Morale: ci sono anche molte altre regole da seguire per un buon posizionamento sui motori di ricerca, ma state MOLTO attenti ai contenuti duplicati. Scrivete materiale originale e… non fate i furbi. Google Panda vi osserva.
(Nessun reale Egidio Rossi ha subito maltrattamenti nella stesura di questo articolo)
Lascia un commento