SEO-Fenomeno

I SEO-Fenomeni. Come riconoscerli e, possibilmente, evitarli.

In tutti gli ambienti, lavorativi e non, esiste una categoria di persone difficilmente sopportabile. Sono i Fenomeni. Il mio settore non fa eccezione: i SEO-Fenomeni sono altrettanto presenti e si fanno notare per un modo di porsi tutt’altro che timido: i SEO-Guru, SEO-Wizard, SEO-Jedi, SEO-Monster, SEO-Hero e molti altri soprannomi auto-assegnati spiccano per quell’aria di superiorità che li contraddistingue. L’umiltà, diciamo, non è tra le principali qualità del SEO-Fenomeno.

I SEO-Fenomeni, naturalmente, spesso fenomeni lo sono davvero: sono capaci, conoscono la materia, hanno spesso raggiunto risultati notevoli nell’ambito della propria professione. Diciamo che non mancano di farlo notare, e un po’ questo dà fastidio. Ce ne sono tanti, però, che veri fenomeni non sono, ma credono di esserlo. Sono quelli che troppo spesso pensano bene di denigrare i poveri nuovi arrivati, i principianti, quelli che modestamente chiedono consigli.

I SEO-Fenomeni fasulli non perdono occasione per umiliare chi reputano inferiori. Purtroppo, sono convinti di essere superiori a tutti.

Mi è capitato di leggere domande e risposte nei forum e nei gruppi Facebook sull’argomento SEO (e dintorni). A domande semplici e, a volte, ingenue, rispondono con un lapidario: “leggi le istruzioni”, oppure invitano a lasciar perdere, perché, secondo loro, chi pone certe domande non dovrebbe neppure avvicinarsi alla materia in cui loro si sentono, appunto, fenomenali. Una volta, uno di questi mega-guru del web, ad una domanda molto articolata di un utente in difficoltà, ha risposto: “Possibilissimo“. E basta. Nessuna spiegazione.  Perché i SEO-Fenomeni non possono certo stare a perdere tempo con te, gratis.

Nel frequentare i gruppi di discussione, nel concedere lo scaricamento di un documento in cambio di un indirizzo mail (il TUO indirizzo mail), nel regalare pizzichi della loro immensa perizia, i SEO-Fenomeni non dicono mai niente di interessante, non divulgano cultura e conoscenza, non lasciano trasparire informazioni utili.

Perché i SEO-Fenomeni reputano la propria capacità tecnica un segreto da custodire gelosamente, più importante e misterioso della formula della Coca-Cola.

E non ti daranno mai alcun reale indizio su come puoi migliorare davvero il posizionamento del tuo sito web, perché solo loro ne sono capaci, grazie ad una esperienza che risale al posizionamento non di un sito su Google, bensì della Grande Piramide nella piana di Giza.

I SEO-Fenomeni si riconoscono anche da come si pongono di fronte ai clienti, potenziali o acquisiti. In genere vengono chiamati da un’azienda (cliente potenziale) perché, cercando il nome o la tipologia del proprio prodotto di punta, il sito aziendale non riesce ad emergere tra i risultati di Google, e questo è causa di difficoltà nella generazione di nuovi clienti e contatti. Il SEO-Fenomeno interpellato, come prima cosa, dà un’occhiata distratta al sito e dichiara che è tutto sbagliato.

Se l’azienda fa presente che il sito è stato creato da un’agenzia web appositamente chiamata allo scopo, e non dal cugino di terzo grado del titolare, il SEO-Fenomeno non perde occasione per ridicolizzarla, portando esempi presi al volo (un titolo sbagliato, un sottotitolo poco pregnante) e sostenendo la totale incapacità della web agency in questione.

Parlerà inoltre per sigle (SEO, SEM, CTR, CPC, KPI, SERP,) senza spiegarne il significato e utilizzerà parole inglesi che potrebbero perfettamente utilizzare nel loro corrispettivo italiano (Lead generation, Data Analyst, Coaching e l’immancabile Manàgement mettendo l’accento sulla A sbagliata e spesso pronunciando anche la prima E).

L’azienda, a questo punto, non può far altro che affidarsi al SEO-Fenomeno, abbagliata da cotanta dimostrazione di competenza. Ma Il SEO-Fenomeno va oltre. Probabilmente non avrà il coraggio di esprimerlo al diretto interessato, ma, nella sua testa, sta già pensando che anche il cliente sia un povero idiota che si è fatto abbindolare da incapaci e non vede l’ora di ridere alle sue spalle alla prossima riunione in ufficio.

Vi chiederete: sì, ma poi? Il SEO-Fenomeno risolve davvero i problemi dell’azienda?

A volte sì, a volte no. Ma non è questo il punto. Il Fenomenismo prescinde dalle reali capacità. Si manifesta attraverso arroganza e senso di superiorità. Si dichiara attraverso l’insulto e la vanagloria. Il risultato, qui, in questo mio post, non conta. Non sto giudicando la competenza, ma l’atteggiamento. E, come dicevo, questo atteggiamento esiste in tutti i settori (ho conosciuto programmatori che reputavano imbecilli tutti gli altri programmatori).

Io sono probabilmente vecchio stampo e credo che il rispetto per le persone (non solo ruffianamente per il cliente) sia la prima regola da seguire. Tra le persone ci sono sicuramente i clienti, ma anche i colleghi, i principianti, chi non ne sa nulla del nostro lavoro e persino chi pensa di sapere tutto. Il mio rispetto va sempre e comunque a tutti quelli che mettono impegno e dedizione nel proprio lavoro. Se poi, grazie a questo impegno, arrivano anche i risultati, al rispetto si aggiunge la mia ammirazione. Ma, per favore, facciamo meno i Fenomeni, colleghi SEO!

5 risposte a “I SEO-Fenomeni. Come riconoscerli e, possibilmente, evitarli.”

  1. Risorseweb ha detto:

    I SEO fenomeni, coloro che vendono “La SEO Emozionale”, vendono la loro “immagine”, la loro persona, e che nella stragrande maggioranza dei casi non sanno scrivere una riga di codice (ma questo non importa, l’importante è che scrivano libri pieni di banalità e nuovi punti di vista sulla SEO New-Age)… e poi ci sono i nani da giardino che li seguono, gli Scemi Esaltati Online (SEO) che passano la giornata su tutti questi nuovi gruppi Facebook, dove di SEO c’è solo il titolo del gruppo e quasi nient’altro, a leggere gli articoli pubblicati dai citati SEO-Fenomeni, e commentarli con frasi come “Ottimo spunto di riflessione”, “Ottimi articolo, come sempre” e stronzate simili.

    Questo genere di “piazzetta” basata sul niente e sul farsi i po***ni* a vicenda è ciò che rovina la professione del SEO, agli occhi di un cliente.
    Tutti SEO, tutti fenomeni. Tutti a fare interviste, tutti a scrivere libri, tutti a organizzare Webinar e Hangout.

    Capisco i nani da giardino che, poveretti, non ci arrivano… ma mi fanno schifo questi ciarlatani che si approfittano di loro, questi (citando Contessa) “Astri nascenti di 4 poveri stronzi”.

    • Marco Bortolotti ha detto:

      E io che pensavo di essere stato cattivello… 🙂

      Ci sono anche quelli bravi, eh! Non è che siano tutti vittima di fenomenismo. Pù moderatamente, rispetto al tuo commento, dico che molti sono bravi senza fare i fenomeni, alcuni fanno i fenomeni senza essere bravi e altri fanno i fenomeni essendo davvero fenomeni. Tra le tre tipologie, preferisco la prima.

  2. Saul ha detto:

    Condivido appieno. Anzi: ne fo un retweet. In un angolo del cervello mi rimane però il pensiero che la colpa più grave sia comunque quella dei pesci che abboccano all’amo. “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei” si può tranquillamente girare in “Dimmi che guru adori e ti dirò chi sei”. Personalmente sto lontano dai guru. E di maestri (solo con m minuscola) ne riconosco pochi.

  3. emilianos ha detto:

    92 minuti di applausi 🙂

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