Google Analytics. Aiuto, mi si sono ristrette le keyword!
Google Analytics non mostra più le keyword cercate dagli utenti loggati in Google.
Da ieri, 19 ottobre, l’indirizzo Google.com è diventato https.
“Esticavoli?” – si chiederà qualcuno (ci si chiede di peggio, ma questo è un blog senza parolacce).
La questione tecnica non è importante di per sé, ma avrà un impatto clamoroso sui report statistici di Google Analytics. Mi spiego.
Quella “s” in fondo a https sta per Secure (Sicuro). Cioè “navigazione sicura”. In pratica significa che i dati che vengo lasciati da un utente che naviga su una pagina Sicura (il cui indirizzo comincia, appunto, con https) vengono criptati, cioè nascosti. Una volta criptati possono essere letti solo da chi ha la chiave per decrittarli, cioè per renderli di nuovo leggibili.
Cambiare un indirizzo da http://www.google.com a https://www.google.com significa che Google ha deciso che i dati lasciati al motore di ricerca (le keyword che scriviamo nel campo cerca di Google) non possono essere letti liberamente da chiunque, ma solo da chi ha la chiave per leggerli. In questo caso: lo stesso Google.
Qualcuno si chiederà nuovamente: “Esticavoli?”
I cavoli saranno piuttosto indigesti per alcuni e totalmente indigeribili per altri.
Cominciamo da chi se la passerà peggio.
Se i dati delle ricerche saranno nascosti (criptati), i programmi di statistica che non possiedono la chiave di lettura di questi dati non potranno utilizzarli per i rapporti statistici. Google afferma che sta facendo questo per rispettare la privacy degli utenti, i quali, essendo loggati con nome e cognome, potrebbero essere in qualche modo esposti ad una associazione diretta tra le loro ricerche e la loro persona.
Google afferma anche, però, che i dati di Google Adwords continueranno ad essere completi di tutte le keyword. Dunque la privacy non vale se siamo disposti a pagare l’informazione?
Ecco dunque quello che penso: i concorrenti di Google Analytics, che sono tanti e costano molti soldi, non avranno più questo dato importantissimo da mostrare ai propri utilizzatori. Risultato: Google rafforzerà la propria posizione dominante sul mercato e questo avviene proprio nel momento in cui Google sta lanciando il servizio a pagamento (Google Analytics Premium) dedicato alle grandi aziende.
Passiamo ora a chi troverà la novità di Google semplicemente indigesta, cioè noi comuni mortali.
Google ha deciso che le ricerche effettuate da chi è loggato in uno dei suoi servizi (Gmail, lo stesso Analytics, Google Documents, Google Calendar, ecc.) non saranno più visibili nelle statistiche. Al posto della keyword cercata vedremo un generico “not provided”. Insomma, per essere ancora più chiari, non sapremo con quale keyword è stato raggiunto il nostro sito.

Keyword "not provided" su Google Analytics
Google minimizza affermando che questa nuova politica avrà un impatto relativo, su pochissime ricerche. Ma se dovesse prendere piede Google Plus, saremmo in molti ad essere sempre loggati come utenti di Google e questo potrebbe avere conseguenze nefaste sulla precisione dei dati a disposizione. A questo punto mi viene da sperare che davvero Google Plus sia un clamoroso flop.
Per ora la nuova regola vale solo su Google.com, ma presto sarà valida per tutte le estensioni nazionali, tra le quali anche il .it utilizzato da noi italiani. Vedremo dunque quale sarà il vero impatto sui report relativi ai nostri siti web.
Uno dei massimi esperti di Analytics, Avinash Kaushik, dice che non dobbiamo preoccuparci. Google dice che non dobbiamo preoccuparci. Ma allora perché tutti gli altri si stanno preoccupando? E perché Google è diventato improvvisamente più antipatico?
[AGGIORNAMENTO DEL 17/4/2012]
Le keyword [Not provided] nelle prime due settimane di Aprile hanno raggiunto il 40,85% delle visite del mio sito provenienti da ricerche su Google. Non sono poche!
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