Facebook in azienda: quanto mi costi?
Il costo del personale che utilizza Facebook in orario di lavoro
Una decina di giorni fa il mio amico Andrea Sabattini della Ebc Consulting ha pubblicato un interessante documento sui costi del personale che utilizza Facebook in orario di lavoro.
Facendo un calcolo realistico su varie casistiche di utilizzo (da 15 minuti a 2 ore al giorno) suddivise per tipologia di ruolo all’interno dell’azienda (impiegato, quadro, dirigente) con i relativi costi orari aziendali, arriva ad un risultato tanto ovvio quanto sorprendente. Mezz’ora al giorno di Facebook costa all’azienda:
- 1650 Euro/anno per ciascun impiegato
- 3850 Euro/anno per ciascun quadro
- 5500 Euro/anno per ciascun dirigente
Premetto che Sabattini sottolinea che questo tempo è da ritenersi “tempo perso” solo nel caso in cui si stia parlando di utilizzo di Facebook a titolo personale, e non del suo utilizzo per lavoro, cioè nel caso in cui Facebook venga utilizzato come parte di una più ampia strategia di comunicazione messa in atto dalla stessa azienda.
Il calcolo è ineccepibile e incontestabile. L’unica perplessità riguarda un aspetto diverso, ovvero quello che si chiede dove finirebbe questo tempo in caso di divieto di utilizzo di Facebook in orario di lavoro. Siamo certi, insomma, che quella mezz’ora al giorno sarebbe, alla fine, produttiva?
Da quando un accesso ad Internet ha cominciato ad essere presente su ogni scrivania, il trend delle connessioni a siti non prettamente di interesse lavorativo è sempre stato quello visualizzato nella seguente immagine:
Il grafico qui sopra si riferisce a più di 500.000 visite ad un sito di vendita on line di abbigliamento, nell’anno 2010. Non esattamente un sito visitato “per lavoro”. Eppure si noti il calo delle visite verso l’ora di pranzo, o alla fine dell’orario di lavoro.
Il personale aziendale, insomma, ha una tendenza fisiologica alla distrazione dalla propria occupazione lavorativa. La mia opinione è che Facebook non vada a sommarsi alle altre distrazioni, ma si sostituisca ad esse.
L’unico rimedio dovrebbe essere dunque bloccare qualsiasi accesso al web, non solo Facebook. Ma siamo sicuri che il web non venga poi sostituito da altre attività (le chiacchiere, le riviste, i telefonini, la vecchia battaglia navale…)? Soprattutto: siamo sicuri che la distrazione, alla fine, faccia così male? È più produttivo un lavoratore costretto ad una simulata concentrazione costante sul lavoro o uno che, libero di distrarsi mezz’ora al giorno, si rimette al lavoro più felice?
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Le valutazioni espresse da Marco Bortolotti mi sembrano molto interessanti , anche perchè per mia natura mi piace valutare le cose oltre l’aspetto puramente tecnico (ed ineccepibile per altro) espresso dai numeri e dai grafici . Aggiungo che condivido il fatto che Facebook può essere solo una delle tante distrazioni (che dire per esempio del classico solitario ?) , ed è sempre per me una questione di “fruizione” : se diventa costante e ripetitiva , qualunque sia la distrazione , segnala una anomalia legata a molteplici fattori personali e/o aziendali , mentre il classico
stacco “estemporaneo” che permette di raccogliere le idee e trovare poi magari la soluzione geniale a un problema è sicuramente produttivo . Quale sia poi questa distrazione rientra nella policy aziendale , nella cultura e nei valori dell’ambiente in cui ci si trova , nonchè nel buon senso e nell’etica personali.